Il progetto educativo è previsto espressamente dalla L. 62/2000, la quale recita testualmente: «Il progetto educativo indica l’eventuale ispirazione di carattere culturale o religioso» (art. 1, 3).
Nello stesso testo si precisa che esso deve essere «in armonia con i principi della Costituzione» (art. 1, 4a) e deve essere accettato da chiunque richieda di iscriversi alla scuola (art. 1, 3).
La stesura del progetto educativo permette alla scuola cattolica di auto comprendersi – per essere fedele a se stessa nei suoi tratti fondamentali, così come la Chiesa l’ha voluta – e auto presentarsi.
Attraverso il progetto educativo, quindi, la scuola definisce in modo chiaro la propria identità ed esplicita i valori fondamentali a cui si ispira.
Ciò risponde ad una logica di trasparenza e di chiarezza, che è una forma di rispetto per le persone ed una condizione importante perché si realizzi una comunità educante nella quale ognuno, per la responsabilità che gli compete, offre il suo contributo per il raggiungimento delle finalità generali che la scuola persegue.
La responsabilità ultima del progetto educativo spetta al legale rappresentante della scuola.
LE NOSTRE CONVINZIONI
Facciamo nostre le convinzioni esposte da Jacques Delors nel “Rapporto all’UNESCO della commissione internazionale sulla educazione per il XXI secolo” nel quale si presenta l’educazione con le seguenti peculiarità:
-
L’educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che può consentire di raggiungere gli ideali di pace, libertà e giustizia sociale.
-
L’educazione può svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo personale e sociale.
-
L’educazione deve promuovere una forma più profonda ed armoniosa di sviluppo umano (riducendo povertà, esclusione, ignoranza, oppressione e guerra).
-
L’educazione è un mezzo straordinario per lo sviluppo personale e per la costruzione di rapporti tra individui, gruppi e nazioni.
-
L’educazione è anche espressione di amore per i bambini e i giovani che dobbiamo saper accogliere nella società offrendo loro, senza alcuna riserva, il posto che gli appartiene di diritto: un posto nel sistema educativo, ovviamente, ma anche nella famiglia, nella comunità locale e nella nazione.
LA NOSTRA SCUOLA
Dal 1934, anno di fondazione, la Parrocchia S. Teresa di Gesù bambino ha sentito l’esigenza di formare degli «onesti cittadini e bravi cristiani» (secondo un’espressione molto cara al grande educatore cristiano che è stato san Giovanni Bosco) profondendo grandi energie fin dai primi anni di vita dei tanti bambini che ne hanno fatto parte.
La prima scuola materna parrocchiale era ospitata in un ampio alloggio di un palazzo di via Torricelli 61 ed era stata affidata alle cure delle Suore Carmelitane di santa Teresa di Torino.
Quando nel 1961 venne inaugurata la nuova chiesa parrocchiale ad opera di don Giuseppe Bruno, si sentì il bisogno di dotare la comunità anche di una nuova sede per la scuola materna e, nel 1965, terminata la costruzione, la scuola venne trasferita nell’attuale plesso di via Giovanni da Verazzano, 58. La direzione scolastica è sempre stata sotto la responsabilità del Parroco pro tempore che ne è il legale rappresentante.
Dal 1937 il coordinamento didattico della scuola è stato affidato alle Suore della Congregazione di santa Giovanna Antida fino al 1987 quando le Suore Carmelitane di santa Teresa di Torino ritornano a prendersi cura dell’educazione dei bambini avvalendosi della collaborazione di insegnanti laiche.
Nel 2015 la Madre generale delle Suore Carmelitane ha chiuso per mancanza di vocazioni la comunità religiosa e il coordinamento didattico è stato assunto dal personale laico che già da molti anni lavora presso la Scuola.
Il 28 febbraio 2001, con decreto del Ministero della Pubblica Istruzione (prot. 488/3728) la Scuola non statale “Santa Teresa di Gesù bambino” viene riconosciuta come scuola paritaria al sensi della legge 10 marzo 2000 n. 62, a decorrere dall’anno scolastico 2000/2001.
La Scuola è convenzionata con la Città di Torino e aderisce alla F.I.S.M. (Federazione Italiana Scuole Materne).
IL NOSTRO IMPEGNO
La nostra Scuola dell’infanzia vuole essere luogo dichiarato di educazione, di formazione integrale ed armonica del bambino che, da sempre, chiede di essere avviato scoprire il significato della propria vita, a crescere nella “cultura” del cuore, nella speranza del domani, nella fiducia e nella collaborazione con gli altri, nella sicurezza del proprio agire … in armonia con i “quattro pilastri fondamentali dell’educazione” elaborati dalla commissione internazionale dell’educazione:
- Imparare a vivere insieme;
- Imparare a conoscere;
- Imparare a fare;
- Imparare ad essere.
I VALORI DI RIFERIMENTO
I valori di riferimento che ispirano l’attività educativa della nostra Scuola sono anzitutto quelli del Vangelo, perché ciò che definisce la scuola cattolica è il suo riferirsi alla vera concezione cristiana della realtà. È proprio nel riferimento esplicito e condiviso da tutti i membri della comunità scolastica – sia pure in grado diverso – alla visione cristiana che la scuola è “cattolica”, poiché i principi evangelici diventano in essa motivazioni interiori.
Oltre ad un chiaro riferimento ai valori evangelici, questa Scuola cattolica ispira la sua azione educativa anche ai valori espressi nella Costituzione italiana, nei documenti ministeriali e nei documenti internazionali suo diritti dell’uomo e dei bambini.
In tal modo, la Scuola cattolica è consapevole di impegnarsi a promuovere l’uomo integrale.
PRINCIPI GENERALI DI UNA VISIONE CRISTIANA DELLA PERSONA E DELL’EDUCAZIONE
La proposta educativa offerta da questa Scuola parte da alcuni principi generali che possono essere così sinteticamente riassunti.
-
“La vera formazione consiste nello sviluppo armonioso di tutte le capacità dell’uomo e della sua vocazione personale, in accordo ai principi fondamentali del Vangelo ed in considerazione del suo fine ultimo, nonché del bene della collettività di cui l’uomo è membro e nella quale è chiamato a dare il suo apporto» (Paolo VI, Discorso alla Federazione Europea per l’educazione cattolica degli adulti, 3 maggio 1971). L’educazione integrale della persona è, dunque, un aspetto inalienabile della visione cristiana dell’educazione.
-
L’opera educativa è possibile solo se fondata su una solida fiducia e speranza – e per il cristiano il fondamento ultimo della speranza è Dio. Lo ricorda con chiarezza Benedetto XVI: «Anima dell’educazione, come dell’intera vita, può essere solo una speranza affidabile. Oggi la nostra speranza è insediata da molte parti e rischiamo di ridiventare anche noi, come gli antichi pagani, uomini “senza speranza e senza Dio in questo modo”, come scriveva Paolo ai cristiani di Efeso (Ef 2,12). Proprio da qui nasce la difficoltà forse più profonda per una vera opera educativa: alla radice della crisi dell’educazione c’è infatti una crisi di fiducia nella vita … Non posso dunque terminare questa lettera senza un caldo invito a porre in Dio la nostra speranza. Solo Lui è la speranza che resiste a tutte le delusioni» (Benedetto XVI, Lettera alla diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione, 21 gennaio 2008).
-
L’educatore cristiano è sostenuto dalla consapevolezza che per poter guidare altri può e deve anzitutto contare egli stesso sulla guida di Colui che ha detto: “Ti farò saggio, t’indicherò la via da seguire; con gli occhi su di te ti darò consiglio”(Sal 31,8). L’educatore cristiano si sente guidato da Dio – il primo e unico educatore (Cf Carlo Maria Martini, Dio educa il suo popolo, Milano, Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi, 1987).
È una consapevolezza rassicurante e pacificante: solo chi è guidato può guidare. Da questo punto di vista è lecito parlare di una “spiritualità dell’educatore cristiano”.
-
La “vita buona” – cioè la vita che è fonte di gioia e benessere per sé e per la società – è quella che, ispirandosi ai valori cristiani, pone al suo centro “il dono come compimento della maturazione della persona” (Conferenza episcopale italiana, Educare alla vita buona del vangelo, 4 ottobre 2012, n. 53). L’educazione autentica dovrà sempre creare le condizioni affinché la persona, nel corso del suo sviluppo, superi progressivamente il proprio egocentrismo e si apra agli altri in atteggiamento di accoglienza, servizio, dono di sé.
L’APPARTENENZA
1) ALLA CHIESA LOCALE
La nostra Scuola è una “comunità educante”, strettamente inserita nella più ampia comunità che è la comunità cristiana di appartenenza. In quanto scuola cattolica, infatti, essa “deriva il motivo fondamentale della propria identità e della propria esistenza dall’appartenenza alla Chiesa locale in cui è chiamata a vivere e servire” (Conferenza episcopale italiana, La scuola cattolica oggi in Italia, n.58).
All’interno della comunità educante si vuole privilegiare il dialogo scuola-famiglia, nella convinzione che la famiglia non deve essere considerata semplicemente come utente, ma a lei spetta il ruolo di autentico “committente” del servizio educativo.
2) AL “SISTEMA NAZIONALE D’ISTRUZIONE”
In quanto parte del “Sistema nazionale di istruzione” (L. 62/00), la nostra Scuola tiene conto – nello svolgimento delle attività didattiche – delle “Indicazioni” ministeriali per la scuola dell’infanzia, sempre facendo riferimento – nel loro svolgimento – ad una visione cristiana della persona, della vita e dell’educazione. Nello stesso tempo, essa dà particolare importanza ad alcuni temi o dimensioni dell’educazione, quali: l’educazione religiosa e in particolare l’insegnamento della Religione Cattolica (di cui ogni alunno che si iscrive a questa scuola è tenuto ad avvalersi, in quanto tale insegnamento è parte integrante del Progetto Educativo della scuola stessa), la formazione della coscienza e la dimensione morale, le domande di senso presenti nei bambini.
3) ALLA FISM
Nel perseguire le proprie finalità, questa scuola intende anche beneficiare di un collegamento organico e stabile con le altre scuole del territorio, partecipando ad iniziative di coordinamento realizzate dalla FISM, alla quale essa aderisce.
ESPRESSIONE DEL DIRITTO DI LIBERA SCELTA DA PARTE DELLE FAMIGLIE
La Scuola dell’Infanzia “S. Teresa di Gesù bambino” è, infine, “espressione del diritto di tutti i cittadini alla libertà di educazione, e del corrispondente dovere di solidarietà nella costruzione della convivenza civile”(Conferenza episcopale italiana, La scuola cattolica oggi in Italia, 12). Essa rende possibile nel territorio in cui opera il raggiungimento di un importante obiettivo di convivenza democratica, costituito dalla realizzazione nel nostro Paese di un sistema integrato di servizio scolastico, sulla base del fondamentale principio di sussidiarietà espressamente riconosciuto nella Costituzione. Ad ogni famiglia, infatti, deve essere resa possibile una reale scelta educativa, senza essere penalizzata sul piano economico, poiché a lei spetta il primato educativo dei figli.
Torino, 20 maggio 2015
Il Parroco e legale rappresentante Don Mario Sebastiano Mana